La contabilità industriale
La contabilità industriale è nata attorno al settanta, sotto la pressione della crescente necessità di avere informazioni dettagliate sui costi. In effetti, i mercati si ingrandivano, la concorrenza cresceva, le grandi industrie, spesso nate in un monopolio, e non potevano solamente produrre, ma hanno dovuto produrre al costo più basso, e (negli anni successivi), anche con una migliore qualità.
Il primo passo è stato quello di contabilità dei costi o contabilità analitica.
La contabilità generale tiene conto delle operazioni che esistono tra la società e le società esterne non tenendo alcuna registrazione sulla fine che fanno per esempio le materie prime, i beni e servizi acquistati. La classica registrazione contabile di fatti di questo genere (fattura fornitore o fattura da pagare), prevede: un riga fornitore, una riga per l'imposta sul valore aggiunto, una riga di acquisto materiali o beni e servizi.
Non è sua responsabilità di sapere che fine hanno fatto tali materiali, o beni o servizi, e come sono stati utilizzati.
Ecco che qui entra in gioco la contabilità dei costi la cui funzione principale è quella dettagliare quello che è stato registrato nella contabilità generale, indicandone la destinazione, in caso di acquisto o la provenienza, nel caso di vendite.
Esaminare costi e ricavi su secondo destinazione e provenienza è la differenza fondamentale con la contabilità generale, che rileva invece solo per natura. Oggi, la tecnica di rivelazione analitica è ben definita e utilizzata strettamente legata alla contabilità generale, a livello di sistema informativo.
Ma in questo passo in avanti nella gestione aziendale manca ancora un tassello chiave, ovvero la tempestività.
Conoscere in dettaglio i costi da attribuire ad una unità produttiva, o macchina, o centro di lavoro, è utile per il futuro, ad esempio per il prossimo preventivo, ma non è utile alla gestione quotidiana, se tale informazione non è sufficientemente fresca.
Il problema di contabilità dei costi, è che non fornisce alcuna informazione fino a quando il fatto non è accertato o registrato dalla contabilità generale.
In altre parole, per la gestione interna sono più utili i dati tempestive e approssimativi piuttosto che dati esatti arrivati in ritardo. Il ritardo può impedire di sistemare in tempo una situazione non è favorevole, causando gravi danni alla società nel suo complesso. Qui entra in gioco la contabilità industriale, che, pur acquisendo tutta la massa possibile di informazioni dalla contabilità analitica e generale, ne crea e gestisce di proprie, approssimate, ma tempestive, quindi effettivamente utili alla gestione interna