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Immobilizzazioni immateriali

La mancanza di tangibilità è la caratteristica principale delle immobilizzazioni immateriali: ecco perchè vengono definite “immateriali”. Sono costituite da costi che non esauriscono la loro utilità in un solo periodo, ma manifestano i benefici economici lungo un arco temporale di più esercizi.

Le immobilizzazioni immateriali fanno parte del patrimonio dell'impresa o mediante la produzione all'interno dell'impresa stessa o mediante l'acquisizione diretta dall'esterno.


Nelle immobilizzazioni immateriali rientrano anche varie tipologie di costi che, pur non riferendosi all'acquisizione o produzione interna di un bene o un diritto, non esauriscono la propria utilità nell'esercizio in cui sono sostenuti. Nella prassi contabile tale tipologia di costi è stata spesso definita con la dizione “oneri (costi) pluriennali”. Di conseguenza le immobilizzazioni immateriali comprendono:

• i costi pluriennali che non si concretizzano nell'acquisizione o produzione interna di beni o diritti (costi di ricerca e di sviluppo e di pubblicità, costi di impianto e di ampliamento, ecc.);

l'avviamento;

• i beni immateriali (diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell'ingegno, concessioni, licenze, nonché i diritti simili);

• i costi interni ed esterni sostenuti per beni immateriali in corso di produzione o di acquisto, compresi i relativi acconti.





Caratteristiche delle immobilizzazioni immateriali

I costi pluriennali generalmente hanno caratteristiche di indeterminatezza molto più marcate rispetto ai beni immateriali.

I beni immateriali hanno una propria identificabilità ed individualità e sono, rappresentati da diritti giuridicamente tutelati. In virtù di tali diritti, l'impresa ha il potere esclusivo di sfruttare, per un periodo determinato, i benefici futuri attesi da tali beni; essi sono suscettibili di valutazione e qualificazione autonome ed indipendenti dal complesso dei beni dell'impresa.





Rilevazione

Le immobilizzazioni immateriali sono iscritte nell'attivo patrimoniale solo se hanno le caratteristiche sopra descritte e si riferiscono a costi sostenuti, che non esauriscono la propria utilità nell'arco di un solo esercizio, e manifestano una capacità di produrre benefici economici futuri. Inoltre deve trattarsi di costi che possono essere identificati distintamente ed attendibilmente quantificati. Esse possono essere:

• realizzate internamente;
• acquisite a titolo di proprietà;
• acquisite a titolo di godimento.

Non è invece consentita la capitalizzazione di beni immateriali acquisiti a titolo gratuito. Valutare l'utilità pluriennale che può derivare da tali costi, nonché l'entità della stessa non è tuttavia semplice.

Inoltre per alcuni costi sono previsti dei limiti massimi per la loro ripartizione temporale. L'iscrivibilità di un bene immateriale o di un costo pluriennale é innanzitutto subordinata all'accertamento dell'utilità futura, compito demandato, oltreché agli amministratori, anche agli organi di controllo come il collegio sindacale. È il caso, dell'avviamento, dei costi di impianto e di ampliamento e dei costi di ricerca, sviluppo e di pubblicità, caratterizzati da un'aleatorietà maggiore rispetto ad esempio ai marchi, brevetti, concessioni o licenze.


Classificazione delle immobilizzazioni immateriali

La classificazione delle immobilizzazioni immateriali nel bilancio di esercizio deve rispondere all'esigenza di comprensibilità.

Nello stato patrimoniale i valori delle immobilizzazioni immateriali vanno tenuti distinti dalle altre sottoclassi di valori che concorrono a formare tale classe. Nell'ambito poi delle immobilizzazioni immateriali devono essere esposte separatamente le voci componenti. La sottoclasse delle immobilizzazioni immateriali comprende le seguenti voci:

1) Costi di impianto e di ampliamento
2) Costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità
3) Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell'ingegno
4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili
5) Avviamento
6) Immobilizzazioni in corso e acconti
7) Altre

L'ammontare complessivo degli ammortamenti e delle svalutazioni vanno dedotti direttamente dai valori originali delle immobilizzazioni immateriali, a cui gli ammortamenti si riferiscono, ed esplicitati nella nota integrativa. Nel conto economico gli ammortamenti vanno indicati nell'apposita voce dei costi della produzione