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Separazione dei beni

Il matrimonio è soprattutto il coronamento di un grande amore e l'inizio di una vita a due basato sull'affetto e sul piacere di stare insieme. I sentimenti e la passione non devono però far dimenticare che si tratta anche della stipula di un contratto che ha precise regole e risponde a determinate leggi, anche in materia fiscale.


Tra comunione e separazione dei beni, vediamo quali sono i vantaggi e le problematiche.

La separazione dei beni si costituisce all'atto della celebrazione del matrimonio, per mezzo di una esplicita dichiarazione che viene annotata in margine all'atto di matrimonio. Se i coniugi scelgono il regime di separazione dei beni, entrambi conserveranno la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio, e ne avranno il godimento e l'amministrazione. I beni di cui nessun coniuge può provare, con ogni mezzo, la proprietà esclusiva si presumono di proprietà comune in pari quota per entrambi. Ciascuno dei coniugi può avere la procura ad amministrare i beni dell'altro coniuge, ma ha l'obbligo di rendergliene conto.


Ecco cosa stabilisce il Codice Civile negli articoli più significativi.

Con la separazione dei beni i coniugi possono convenire che ciascuno di essi conservi la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio.

Art. 217 Amministrazione e godimento dei beni. Ciascun coniuge ha il godimento e l'amministrazione dei beni di cui è titolare esclusivo.

Art. 218 Obbligazioni del coniuge che gode dei beni dell'altro coniuge. Il coniuge che gode dei beni dell'altro coniuge è soggetto a tutte le obbligazioni dell'usufruttuario.

Art. 219 Prova della proprietà dei beni. Il coniuge può provare con ogni mezzo nei confronti dell'altro la proprietà esclusiva di un bene. I beni di cui nessuno dei coniugi può dimostrare la proprietà esclusiva sono di proprietà indivisa per pari quota di entrambi i coniugi